La pesca del tonno rosso del Mediterraneo rappresenta il 20% del valore totale della pesca in questa regione, ma la specie è in costante pericolo a causa della pesca eccessiva. La pesca illegale e non regolamentata contribuisce alla distruzione degli ecosistemi marini, minacciando non solo la biodiversità ma anche le comunità di pescatori artigianali, sempre più schiacciate dalle grandi flotte industriali.
La pesca industriale e i suoi impatti
Le tecniche di pesca a circuizione, utilizzate principalmente in Italia meridionale, sono alla base di un business da milioni di euro. Tuttavia, il sistema delle quote impone limitazioni severe, destinando il 70% delle risorse a poche aziende, riducendo le opportunità per i piccoli pescatori. La concentrazione del mercato ha conseguenze sul consumatore finale, che ha accesso a un prodotto costoso, spesso proveniente dall'estero, mentre il tonno rosso italiano viene perlopiù esportato in Giappone.
Sostenibilità e certificazioni
La sostenibilità è un tema centrale nel report. Per garantire una pesca responsabile, sono stati introdotti strumenti tecnologici e certificazioni come il certificato RDB, che traccia l'origine e la legalità del pescato. È essenziale preferire specie meno minacciate, come il tonnetto striato, e metodi di pesca meno invasivi, come la pesca a canna. Questo riduce l'impatto sull'ecosistema marino e permette alle popolazioni di tonno di rigenerarsi.
Consumo e rischi per la salute
Gli italiani consumano in media 2,67 kg di tonno in scatola all'anno. Tuttavia, la manipolazione impropria del tonno fresco può portare alla formazione di tossine come l'istamina, pericolosa per la salute. Il report evidenzia l'importanza di una corretta conservazione e tracciabilità del prodotto per evitare rischi.
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