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Immagine del redattoreDaniela Mainenti

23 maggio, perché tutto è accaduto a Palermo e non altrove?




Giovedì 23 maggio 2024 ricorre il 32° anniversario della strage di Capaci, un evento che ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria collettiva e che, nonostante i decenni trascorsi, continua a suscitare interrogativi irrisolti.


Nel mio libro su Francesca Morvillo, ho esplorato, in trasparenza con l’evoluzione del processo minorile, il suo impegno professionale, aldilà del tragico destino che l’ha legata in maniera indissolubile a Giovanni Falcone. Tuttavia, rimane ancora una fitta nebbia di incertezze e ambiguità su queste vicende.


Il dott. Alfredo Morvillo pone una domanda cruciale: perché tutto è accaduto a Palermo e non altrove? Questa domanda, insieme a quelle sul perché, e a chi realmente abbiano giovato questi gravi fatti, ci costringe a riflettere sul contesto specifico di Palermo, un luogo simbolico nella lotta alla mafia ma anche un teatro di ricatti e, molto oltre le trattative, di accordi oscuri.


Gli attentati e le stragi che hanno colpito il nostro patrimonio monumentale negli anni '90 non sono solo atti di violenza fine a se stessi, ma rappresentano le evidenze tangibili di un ricatto tra Stato e mafia e, forse, lo diranno i giudici - perché c’è sempre un giudice a Berlino! - per una parte del primo, anche viceversa.


Questi ricatti, purtroppo, continuano a ripetersi sotto varie forme ancora oggi, influenzando la nostra società e la nostra politica.


Per comprendere appieno cosa sia realmente accaduto, non è sufficiente fermarsi alle versioni ufficiali o alle narrazioni superficiali. È necessario un esame approfondito delle carte di alcuni procedimenti, un’analisi critica che vada oltre la superficie e sappia leggere e interpretare con attenzione ogni dettaglio.


Solo così potremo fare luce su questi avvenimenti e rendere giustizia a chi ha sacrificato la propria vita nella lotta contro la mafia.


Continuare a cercare la verità è un dovere morale e civile, affinché le vittime non siano dimenticate e affinché possiamo costruire una società più giusta e consapevole.

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